Come affrontare la sterilità psicogena. Effetti e cause
Quando si parla di sterilità, è possibile, a volte, confondere gli effetti con le cause.
In alcune donne, i problemi psicologici potrebbero impedire la gravidanza; ma bisogna tenere in considerazione anche il caso contrario, ovvero che una situazione di infertilità comprovata getti l’individuo in una crisi profonda che prima non c’era.
Le reazioni psicologiche possono influenzare lo stato d’animo dei coniugi e possono turbare il rapporto.
Gli effetti della diagnosi di sterilità sulla coppia riguardano la sfera emotiva (shock, depressione, senso di lutto, rabbia e senso di colpa), l’identità personale (senso di disistima, dubbi sull’identità), la relazione coniugale (ostilità, paura dell’abbandono, isolamento del partner, ma anche sostegno reciproco e avvicinamento), e la vita sociale (senso di non accettazione, isolamento dalle amicizie o dalla famiglia di origine).
Come affrontare la sterilità psicogena. Le diverse reazioni di lui e di lei
Nella dichiarazione di sterilità, sussistono notevoli differenze di genere.
I maschi sembrano reagire con
maggiore ottimismo, assumendo un atteggiamento possibilista; in realtà, cercano di trattenere i propri sentimenti, parlano meno del problema perché si sentono in colpa e colpiti nella loro virilità, perdendo la stima di sè.
La reazione della donna è, invece,
drammatica: mostra apertamente delusione, depressione, disperazione; la capacità di procreare e la genitorialità sono per la donna tra gli aspetti più importanti per la definizione della propria identità. Forse è per questo motivo che le donne dimostrano, solitamente, maggiore coraggio e costanza nel portare avanti una terapia, sono le prime a recarsi da uno specialista ed effettuare le indagini preliminari.
Come affrontare la sterilità psicogena. È utile la psicoterapia?
Prima della psicoterapia, è bene considerare la
consulenza psicologica.
Senza esagerare nel vedere cause psichiche dove non ci sono, è bene esaminare l’atteggiamento psicologico della donna, nel caso abbia un’infertilità senza causa. Alcuni colloqui potrebbero chiarire se esiste una delle due cause: disturbo alimentare o conflitto.
La comprensione emerge dalla storia della persona, dalle sue abitudini e difficoltà, ma soprattutto dai sottili timori e ambiguità, espressi timidamente. Nel caso ci sia un cattivo rapporto col cibo, bisogna ritrovare la spontaneità di alimentarsi. Nel caso ci sia un conflitto, è indispensabile farlo emergere.
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Sia in un caso che nell’altro, esiste l’indicazione successiva per un percorso di psicoterapia. La donna deve r
itrovare il flusso naturale delle cose, fuori e dentro di lei.
Negandosi il cibo, blocca la crescita e inceppa ogni altro orologio biologico. Con le paure sotterranee frena i ritmi, per non esporsi a rischi immaginati.
La psicoterapia può aiutarla a guardare dentro di sè con sincerità, interrogandosi sull’origine dei dubbi circa la maternità, che quasi sempre non sono legati al bambino reale futuro, ma ad esperienze vissute da lei quando era bambina.
La terapia passa attraverso una corretta diagnosi sull’ipotesi psicogena del problema e una buona alleanza, con obiettivi umili e condivisi.
È importante
accettare tutte le emozioni contraddittorie sul diventare madre, ed individuare i nodi inconsci che sorreggono il blocco; soltanto in questo modo si può giungere alla consapevolezza che tali paure sono irrazionali e che, se da bambini si era impotenti a superare certe difficoltà, oggi si hanno strumenti maturi per difendere e soddisfare i propri sani bisogni.
Conclusioni
Possiamo riassumere i concetti in questi consigli:
- Se desideri un figlio, resta rilassata e senti una spontaneità fiduciosa nel tuo corpo e nei tuoi ritmi
- Affidati alla sapienza della natura, che è saggia e lungimirante
- Ascolta tutte le tue emozioni e tutti i tuoi pensieri, nell’immaginarti madre
- Accetta i dubbi e le paure, che contengono dei bisogni, senza voler sentire una motivazione perfetta e assoluta
- Separa il presente dal passato, dove esperienze negative potrebbero influenzarti
- Predisponiti all’accoglienza con serenità: il piccolo ha bisogno di cose semplici e naturali
- Sentiti genitore a modo tuo, ancor prima che nasca il figlio, per darti il permesso di essere originalmente te stessa
- Chiedi la vicinanza del tuo compagno per risolvere i conflitti e condividere emozioni contrastanti.
A cura di
Adriano Legacci, Stefania De Venz
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