Innamoramento e Amore: una breve spiegazione neurobiologica

Innamoramento e Amore: una breve spiegazione neurobiologica

Innamoramento e Amore: Innamorarsi e desiderarsi, Amarsi e annoiarsi

Innamoramento e amore. Le relazioni d’amore come le stagioni

La maggior parte delle relazioni d’amore potrebbe essere metaforicamente paragonata al ciclo delle stagioni dell’anno. La primavera, infatti, vede sbocciare molti piacevoli doni della natura e la scoperta dei germogli appena nati nei giardini è accompagnata da un tepore avvolgente sempre più intenso.

Arriva poi l’estate in cui tutte le sensazioni della precedente stagione raggiungono il massimo dell’espressione e il calore che accompagna questa esplosione di vita può talvolta annebbiare la vista e la mente.

L’autunno e l’inverno, però, con la loro coltre grigia sempre più avanzante sugli ormai sfioriti paesaggi che prima erano così brillanti e policromatici, possono raffreddare anche gli animi che pochi mesi prima si sentivano euforici e disinibiti.

Innamoramento e amore. Apprezzare anche l’inverno

Allo stesso modo, con il procedere di una relazione romantica capita di avere l’impressione di vivere una storia che si sta lentamente logorando, lasciando spazio a una crescente apatia e nostalgia per le trascinanti emozioni ora assopite. Ma se, riprendendo la precedente analogia, con il passare del tempo accettiamo e ci adattiamo alla nuova stagione ormai giunta, imparando ogni anno, quasi con occhi nuovi come se avessimo perso l’abitudine al trascorrere delle stagioni, ad apprezzare quello che l’inverno porta come propri doni (il calore delle feste in famiglia, il camino acceso, il candore della soffice neve), tolleriamo con molta meno facilità una relazione che, nata con grande desiderio, perde l’energica carica passionale che apprezzavamo e che vediamo tanto enfatizzata nei media.

Innamoramento e amore. “E vissero felici e contenti?”

Non a caso la maggior parte dei romanzi si conclude con il coronamento del legame di coppia all’apice dell’attrazione e passione tra i protagonisti. Ma, in seguito, cosa sarà successo a queste coppie “di carta”? E’ diffuso ritenere che l’amore “vero” sia quello portato all’estremo tanto decantato nelle grandi opere (si pensi, solo per citare un esempio sempre attuale nei secoli, alla passione struggente e assoluta di Romeo e Giulietta descritta nella tragedia di Shakespeare) e i cui sentimenti hanno pervaso gli innamorati nei primi tempi della relazione.

Innamoramento e amore. Da innamoramento ad amore

Succede, in questo modo, che la naturale evoluzione di un rapporto sia scambiata con l’avanzare della sua fine. Il fatto di non avvertire più le cosiddette “farfalle nello stomaco” e di iniziare a mal sopportare i difetti del partner prima neppure notati o considerati “elementi di fascino”, infatti, può erroneamente portare a credere che l’amore sia concluso e la storia si stia reggendo unicamente su noiose consuetudini. A terminare, però, non è l’amore, che probabilmente sta invece nascendo, ma la fase di innamoramento.

Innamoramento e amore. Le differenze neurobiologiche

Secondo il cervello umano, infatti, innamoramento e amore sono fenomeni diversi, caratterizzati dall’influenza di distinte sostanze che contribuiscono a favorire alcuni specifici comportamenti relazionali. All’inizio di una storia romantica, infatti, gli uomini e le donne sarebbero travolti dagli effetti di alcuni neurotrasmettitori quali la dopamina, la norepinefrina e la feniletilamina, sostanza quest’ultima simile alle amfetamine, farmaci dal noto effetto stimolante. Sotto tali influenze le energie della persona verrebbero investite sulla costruzione della relazione e verso l’oggetto d’amore, con grande rilievo dato alla componente erotica del legame, diminuendo in aggiunta l’appetito e le ore impiegate a dormire. L’individuo si troverebbe dunque in uno stato in qualche misura alterato in confronto al suo consueto equilibrio psicofisico e tale condizione richiederebbe un notevole dispendio energetico. Sembra, inoltre, che i livelli di un altro neurotrasmettitore, la serotonina, siano talmente bassi durante la fase di innamoramento da essere in qualche modo paragonabili a quelli degli individui affetti da “disturbi ossessivo-compulsivi”, ossia di coloro che investono grandi energie nella ripetizione ossessiva di vari rituali (Marazziti e Cassano, 2003).

Innamoramento e amore. La creazione di una coppia

Appunto per il grande dispendio richiesto al corpo e alla mente in questa fase, una persona non può essere sottoposta alla sovrapproduzione delle menzionate sostanze euforizzanti troppo a lungo né può investire in modo tanto preponderante in un unico ambito esistenziale tralasciando altre attività necessarie. In un arco di tempo variabile dai 18 mesi ai 3 anni, o forse addirittura prima in alcuni casi, infatti, la produzione di queste sostanze stimolanti subisce inevitabilmente un progressivo calo e vengono sostituite dalla produzione di endorfine, caratterizzate dalla loro azione analgesica e calmante, e dall’ossitocina, ormone prodotto già durante l’orgasmo e indispensabile per l’attaccamento tra madre e neonato (Magon e Kalra, 2011; Veening, De Jong, Waldinger, Korte e Olivier, 2014), utili al fine di permettere alla coppia, che si è potuta creare, avvicinare e unire nel precedente stadio, di concentrarsi su altre attività e sul mantenimento della relazione e dell’eventuale famiglia, non dimenticando che la natura programma l’essere umano per perpetuare la specie possibilmente dopo la creazione di una coppia stabile adatta a fungere da adeguata cornice protettiva per la prole.

Innamoramento e amore. Sintetizzando

Sintetizzando, dopo l’iniziale attrazione e infatuazione, se tutto procede nel migliore dei modi, si può sviluppare la più pacata fase di attaccamento al partner, in cui le endorfine giocherebbero un ruolo chiave similmente a quello che esercitano nella creazione del legame tra madre e neonato nelle ore successive al parto (Terkel e Rosenblatt, 1968; Odent, 2008). Questo è il momento in cui si fa emergente il rischio di scambiare per noia quello che invece è il concretizzarsi di una necessità umana, ovvero il bisogno di sicurezza e protezione (Maslow, 1954; Maslow, 1968).

Innamoramento e amore. I vantaggi della consapevolezza

Il vantaggio evolutivo nella messa in atto di un simile meccanismo, quindi, sarebbe notevole. Sicuramente tale visione neurobiologica va necessariamente considerata all’interno del singolo caso in cui influiscono e confluiscono le più disparate variabili psicologiche personali e di coppia, oltre alle possibili contingenze situazionali più disparate; tuttavia, acquisire la consapevolezza di cosa siano fisiologicamente innamoramento e amore può certamente aiutare a diminuire vissuti negativi, quali senso di colpa e frustrazione, all’interno di una eventuale crisi di coppia per comprendere poi che divergenze, litigi, fasi impasse, sono comuni episodi che segnano fisiologicamente ogni coppia duratura. Perché l’amore è anche un fatto di chimica.

Bibliografia

  • Magon, N. e Kalra, S. 2011. The orgasmic history of oxytocin: Love, lust, and labor. Indian J Endocrinol Metab; 15(Suppl3):S156-s161.
  • Marazziti, D., Akiskal, H.S., Rossi, A. e Cassano, G.B. 1999. Alteration of the platelet serotonin transporter in romantic love. Cambridge University Press. Vol. 29, Issue 3, pp. 741-745.
  • Marazziti, D. e Cassano, G.B. 2003. The neurobiology of attraction. J Endocrinol Invest. 2003;26(3 Suppl): 58-60.
  • Maslow, A.H. 1954. Motivation and Personality. Longman, Third Edition.
  • Maslow, A.H. 1968. Toward a Psychology of Being. Van Nos/Trand Reinhold Company, New York, Cincinnati, Second Edition.
  • Odent, M. 2010. La scientificazione dell’amore. Urra. Milano
  • Terkel, J. e Rosenblatt J.S. 1968. Maternal behaviour induced by maternal blood plasma injected into virgin rats. Journal of Comparative and Physiological Psychology, Vol 65(3, Pt.1), 479-482.
  • Veening, J.G., De Jong, T.R., Waldinger, M.D., Korte, S.M e Olivier, B. 2014. The role of oxytocin in male and female reproductive behaviour. European Journal of Pharmacology.

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